Civil War: Marvel’s Pornazzi

locandina

Face to face.

Di Capitan America: Civil War hanno già scritto praticamente tutti, e io sto come al solito in fondo alla fila. Che senso ha, a questo punto, una recensione?
Come sempre dunque, da buon ritardatario, cercherò una soluzione alternativa, che eviti a voi di leggere la solita pappardella obiettiva (ma soprattutto che eviti a me di scriverla!), e vi proporrò invece un paio di spunti su quello che è il senso di questo tredicesimo film Marvel, problema che mi è venuto sempre più spontaneo pormi, non tanto appena uscito dalla sala, bensì a freddo, dopo qualche giorno dalla visione.

Un amico, mentre ne parlavamo, quando ancora non ero stato alla proiezione, definì questo film: “pornografia“.
Oggi, avendo visto il film, e avendo sotto mano il fumetto da cui è tratto, non so davvero trovare una parola migliore per definirlo.

Questa è un’analisi a freddo, quindi d’ora in avanti è spoiler, poi non vi lamentate.

Partiamo dall’inizio.

L’atto di regolamentazione dei supereroi è un espediente ripreso (in modo distorto, per motivi di trama) direttamente dal fumetto: ma mentre sulla carta esso muoveva davvero ideologicamente i protagonisti, nel film si esaurisce invece a un pretesto per litigare, imbastito e poco credibile, poiché la faccenda si sarebbe potuta tranquillamente evitare con una bella discussione.

nemici

Come sono due amici che si pestano.

Nota: nel fumetto si parla, tra le altre cose, del fatto che i supereroi debbano rivelare la loro identità segreta al mondo (cosa che sconvolgerebbe la vita a gente normale come Spiderman, DareDevil, Luke Cage, ecc), e del fatto che i Vendicatori diventino praticamente, a tutti gli effetti, degli agenti Shield. Senza considerare, oltretutto, la faccenda del carcere di massima sicurezza per i super umani.

limone

Quando un supereroe non limona per 50 anni…

Nel film invece si parla semplicemente della firma di un trattato con cui i supereroi accettano di mettersi al servizio di un’assemblea di stati del mondo, e intervenire soltanto su richiesta. Il che è, comunque la si guardi, molto più ragionevole. Non dico che in questo caso non possano esistere motivi di contrasto, possono eccome, ma nel film vengono a malapena accennati all’inizio, e poi dimenticati.
Non solo mancano quindi delle solide motivazioni ideologiche per questa “guerra civile”, ma anche le motivazioni personali dei singoli eroi (che in assenza di una trama elaborata riescono comunque a reggere la baracca con la loro sola presenza, il che non è poco!) non sono mai così spinte da giustificare una vera guerra. Manca, insomma, quella componente nichilista e autodistruttiva che serve per far combattere due amici l’uno contro l’altro.

Natasha e Clint, miseria ladra! Quanto si poteva scendere in profondità con due personaggi così? Nel primo Avengers, che li si conosce appena, c’è una tensione che è cinque volte questa scaramuccia, la quale alla fine si risolve con una spintarella e due battutine.

amici

“Ti ricordi Budapest?” “Devo proprio dirtelo, ero sbronza”.

Lo stesso vale per il tamarrissimo, agilissimo, fortissimo e griffatissimo Pantera Nera, che con la scusa della cieca vendetta fa la figura dello scemo per tutto il film: resta orfano, sbaglia obiettivo, viene perculato per tutto il tempo da quasi tutti i personaggi e alla fine, quando trova il vero nemico, cambia idea. Un campione, insomma.

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“Prova a chiamarmi Will Smith un’altra volta, dai!”

Il mitico Spiderman poi (obiettivamente uno dei più azzeccati di sempre), è la contraddizione per eccellenza e sta nel film praticamente a caso. Nel fumetto infatti, la sua presenza è molto significativa proprio per la suddetta questione delle identità segrete. Tolto quello, qual è il suo scopo narrativo in questo film? Simpatico eh. Lo adoro. Ma se hai paura che tua zia scopra che vai in giro mascherato a picchiare i cattivi, ti vai ad alleare con quello che in teoria dovrebbe volerti arruolato dichiaratamente al servizio del mondo? Al di là dell’incompatibilità delle due cose poi, l’incoerenza sta proprio nel fatto che di questo fantomatico trattato, in merito a Spiderman, non si fa mai menzione. Quindi il ragno è l’unico esonerato dalla firma e può fare come gli pare? È un po’ come quando all’oratorio mancava il portiere e si invitava il ragazzino più piccolo a giocare.

ragno

Maschera con focus automatico

E Ant-man?
In porta dall’altra squadra, mi pare giusto.
Da notare, tra l’altro, il gap rispetto al fumetto creato dall’assenza del vero Hank Pym, geniale pazzoide sotto antidepressivi e creatore di macchine di morte a cui fondamentalmente si potrebbero attribuire gran parte delle responsabilità dell’escalation cartacea. Mentre l’Antman cinematografico -riuscitissimo e simpaticissimo- porta in fin dei conti giusto quel tocco di bizzarria, senza minimamente influenzare il corso degli eventi.

Ant-Man_film

Il miracolo di rendere figo un uomo – formica

Interessante invece la dicotomia Scarlet / Visione, che probabilmente meriterebbe un film a parte in quanto, essendo comunque legata alle necessità temporali di un film corale, non è stata approfondita in modo soddisfacente. Spero lo sarà a tempo debito. Per inciso, geniale e cazzutissimo Occhio di Falco, che arriva addirittura a sfidare Visione e si dimostra per la seconda volta (vedi Avengers 2) il più sveglio degli Avengers.

Vision-saves-Scarlett-Witch

La fanciulla pericolosa e il bio-robot dalla voce gaia

Rimane Ironman, che vuole catturare il Soldato d’Inverno (il quale fondamentalmente vorrebbe solo essere lasciato stare). Cap, che non vuole che Ironman catturi il Soldato d’Inverno, e il Soldato d’Inverno che passa buona parte del film cercando di levarsi entrambi dalle palle.

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Faccia da filantropo.

Qui forse sta il vero punto critico per quanto riguarda l’universo esclusivamente cinematografico.
Tutti conoscono Tony Stark, il genio, miliardario, playboy, filantropo. Colui che nel primo film ha convertito al pacifismo il suo intero patrimonio fondato sulla promozione della guerra e ha costruito la prima armatura prigioniero dei terroristi, ideatore del “Reattore”, delle armature e della Stark Tower. Collaterale creatore di Ultron e Visione. Colui che, amico di Hulk ok, ma la Hulk-Buster la costruisco lo stesso. L’uomo che nel primo Avengers ha inchiodato Loki all’asfalto con gli Ac-Dc in sottofondo –fai la tua mossa piccolo cervo!– e che nel terzo film è andato in crisi esistenziale e alla fine ha mandato dal rottamaio centinaia di armature, che tanto sono solo cose, ed è l’eroe poi che ti fa il culo. Fine stratega e spesso risolutore di situazioni critiche. Eccetera.
Dov’era, costui, in questo film?
Mai un’intuizione arguta. Mai quel tocco di brillante astuzia per risolvere la faccenda con le buone, o al più ideare un piano per contenere i suoi amici, a basso rischio di errori fatali. Se proprio, almeno qualcosa che non implicasse il coinvolgimento di un sedicenne avventato e una rissa in un parcheggio.
Sul serio, qual era il piano? “Noi della cumpa li aspettiamo all’aeroporto armati fino ai denti, se si uniscono a noi, bene, se no li pestiamo finché non si arrendono”? Se questo è il piano della mente più strategica dell’universo Marvel, allora stiamo a posto.

Iron-man genio

“Sono così figo che aggiusto le cose senza guardarle!”

Se volessi proprio fare il pignolo, direi poi che anche i combattimenti potevano essere giostrati meglio. Ok, non è facile gestire cinematograficamente una battle-royale di supertizi (e infatti ogni tanto viene il dubbio che gli eroi non inquadrati stiano cazzeggiando), però risultano evidenti alcuni sbilanciamenti nei rapporti di forza (e di intelligenza) tra i vari personaggi: Scarlet e Visione, per intenderci, finirebbero la questione in un battito di ciglia, lei però è una ragazzina paurosa e lui una specie di divinità che, chissà perché, prende ordini da Stark. Winter Soldier poi, che nel secondo film le ha suonate praticamente a chiunque, si fa fermare un pugno al volo, e senza fatica, dal baby-ragno, e le prende poi da Tony, il quale però poi le prende da Rogers. A mani nude.

falco

L’occhio sveglio di Falco

iron sparo

La cosa più importante comunque, da cui probabilmente derivano TUTTI i difettucci fin qui elencati, è una: la situazione non sfugge mai veramente di mano, cosa che invece rende epico fumetto di Millar.
Nella miniserie infatti, è vero che la diatriba inizia come una scaramuccia, ma ben presto l’adrenalina sale, i poteri scintillano, le ossa si spezzano…finché il gioco si fa duro e qualcuno cade. Solo e soltanto allora inizia la guerra e, cavoli, è una guerra vera! Con trappole, infiltrati, voltafaccia e giochi sporchi.
Nel film invece non c’è mai quella goccia che davvero fa traboccare il vaso. Sì, dai, WarMachine si fa un bel tuffo nel campo, e mezzora dopo è sveglio. Quanto ci facciamo su, che nel prossimo film cammina?
La verità è che non succede nulla di abbastanza grosso e terribile da scatenare una guerra sincera, e che tutti gli scontri, compreso quello finale (a fronte di un nemico che in fin dei conti esiste a malapena), mancano di phatos ed epicità, manca la tensione, manca la voglia di fare veramente male.

C’è però un dato enorme che segna l’unico e decisivo punto a favore per il film: è pornografia, e quando guardi un porno vuoi solo farti le pippe, ti interessa la superficie, lo sbadabem.
La verità è che tutto quello di cui si è parlato qui è secondario: Civil War è esattamente tutto quello che avremmo voluto fosse. Superpoteri, battutine, botte, i nostri personaggi preferiti: una gigantesca figata. Un film per gli amanti del genere e per chi va al cinema per divertirsi. Un film per i nerd che non vogliono essere stupiti, ma solo assecondati, e che, ciò che non c’è, lo colmano con la fantasia e le discussioni infoiate con gli amici. Un film per chi ama gli spari al laser e gli omaggi a Star Wars.

Quanto a me, io indubbiamente amo tutto questo. Anche se forse, ora, può sembrare un po’ meno del solito.
Ma come dico sempre: i libri, il cinema, la vita, alla fine, sono tutta una questione di priorità.

N.

12 comments

  1. Che bello potersi smentire!
    Non pensavo davvero possibile che qualcuno riuscisse a scrivere ancora qualcosa di intelligente e di nuovo e creativo su uno dei film più chiacchierati del momento ed anche in assoluto, visto che i fan lo hanno eletto in modo troppo frettoloso come miglior film Marvel mai prodotto (io appartengo di più al team “Io sono Groot”, invece, ma chissene…).
    Con una scrittura ironica e sprezzante del pericolo, ti sei buttato nell’impresa funambolica di saltare senza rete e roteare sopra gli errori e le delizie di questo imponente tempio eretto in onore del concetto stesso di fan service e lo hai fatto in modo talmente sottoscrivibile che sei praticamente l’upgrade delle mie considerazioni più intime e profonde su questo film.
    Straordinariamente bravo, a partire dal titolo, geniale e d irriverente, in cui declini il nerdismo come forma di exploitation culturale, pascendotene, per altro: se non è coraggio e sfacciataggine illustre questa, cos’altro?
    Splendido.

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    1. “Io sono Groot” per tutta la vita, cazzo!
      Originalità, comicità, autoironia, intrattenimento, persino satira. Quel film è la vetta assoluta dei cinecomics, per quel che mi riguarda. Il resto della classifica mi confonde…troppi e in fin dei conti troppo simili o troppo diversi per essere equiparati. Il Batman di Nolan, Deadpool, Spiderman di Raimi, The Avengers, Winter Soldier, Ironman…..troppi troppi. Magari un giorno ci penserò e stilerò la mia lista personale.
      Intanto, beh, Civil War è piaciuto alla mia personalità frivola e superficiale, mentre il me riflessivo ci ha scritto questo pezzo.
      Il me ribelle invece vorrebbe dargli fuoco, ma sono così tante le cose che mi suggerisce di incendiare che ormai non gli bado quasi più.

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  2. Fortissimo. Devo premettere che tendo a fregarmene altamente del confronto tra film e fumetto, nel senso che il paragone si può e si deve fare, ma senza fermarsi lì.
    Sottoscrivo le parole del Maestro Kasabake, hai scritto un gran bel pezzo che mi conferma con nuove osservazioni quello che pensavo sul film. Anche se in realtà con il finale mi hai un po’ spiazzato (anche perché mi dicesti che eri ancora più critico rispetto a me nei confronti del film). Quindi perdonami la domanda estremamente riduttiva ma forse necessaria per capirci meglio: volendo dare una risposta secca, per te è più Sì o più NO?

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    1. Il finale, giustamente, ti spiazza perché introduce un nuovo punto di vista completamente diverso da quanto detto prima, ma il punto, per me, è proprio questo.
      Per rispondere alla tua domanda:
      Razionalmente no.
      Assolutamente sì, invece, se l’obiettivo è passare una bella serata di cazzeggio e pop corn in compagnia.
      Dipende dalla priorità. L’equilibrio personale lo raggiungo ammettendo con me stesso che il film è obiettivamente una porcata commerciale infarcita di distorsioni da psicologia delle masse, e soprattutto che, quando sono del giusto umore, il film mi piace molto e il sistema mi fotte come fotte tanti altri. 😂
      Forse mi è uscita un po’ catastrofista, ma spero di essermi spiegato.

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      1. Ok allora mi permetto di dire che dal mio punto di vista e per quello che voglio dire io, non in assoluto per carità, il tuo è più un sì che no. E allora non siamo esattamente d’accordo. Perché quello che dici sul fatto che il film sia godibilissimo, perfetto per una serata di cazzeggio ecc. è quello che dicevo anche io per altri film passati come ad esempio Age of Ultron (che non era male) o addirittura Transformers 4, ma che con Civil War non posso fare, perché al di là dei difetti che possono esserci davvero o no, manca troppo di personalità. E questo per me è il più grave dei problemi che un film di questa grandezza può avere.

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      2. Se la metti così, allora, direi che il nostro disaccordo riguarda semplicemente l’altezza dell’asticella della sufficienza per un film da vedere in compagnia.
        Ma a quel punto il discorso si ingigantirebbe a dismisura, entrando in gioco fattori quali la qualità della birra, la comodità del divano, la temperatura, la compagnia, la qualità del pop corn… Non ne usciremo mai! 😁

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  3. Siamo in sintonia, fratello… anch’io quando ho scritto il mio post su Civil War avevo l’animo fratturato in due e mi è capitato lo stesso con Apocalypse, anche se quello (lo dico a bassa voce) alla fine, malgrado la riproposizione del solito plot-X, mi è piaciuto di più, compreso il finalone liberatorio, chiaramente ovvio, ma così ugualmente soddisfacente… come quando vedi uno di quei filmati sul web in cui qualcuno tosa una siepe in modo perfetto o taglia in un colpo tutti gli angoli di una risma di carta o pettina con la forchetta la superficie di crema di una torta in modo equilibrato… dovrò farmi curare…

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    1. Ho visto ieri sera X-men e sono d’accordo. Nonostante decine di forzature evitabili il film è strutturalmente in completa sintonia con gli altri film della saga e soprattutto ha personalità, molto più di Civil War. Un paio di scene sono impagabili, davvero riuscite. Il cattivo vabbè, nella sua onnipotenza è un cretino. Personaggi credibili e attori per lo più bravi. J Law spacca sempre un sacco nei panni di questa anomala e riuscitissima Raven. I giovani mutanti ci stanno. Quello che manca, come sempre, è la profondità, la ricerca di un ulteriore piano di lettura. Non mi ci rassegno e mi stupisco sempre. Scemo io mi sa.

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      1. Decisamente non sei scemo, perché, alla fin fine, sono esattamente le stesse impressioni che stiamo provando un po’ tutti noi appassionati senzienti di cinemcomics… tranne ovviamente chi si è lasciato prendere un po’ troppo la mano dall’esaltazione di Civil War, dandogli dei valori aggiunti che in realtà non ha.

        Anche ieri sera, riguardandomi sul web alcune featurette pubblicitarie di Apocalypse e ripensando alla bellissima scena dell’estrazione dalla scuola operata da Quicksilver, pensavo proprio al sense of wonder creato da Synger nei suoi film sui mutanti (oltretutto con un lavoro spaventoso dal punto di vista tecnico, un’orchestrazione del set e delle sue componenti meccaniche ed organizzative degli stunt-men), così vicina a quella presente nei migliori “crossoveroni” dei comics ed anche quella ripetitività ossessiva nel raccontare il medesimo plot, in fondo, è così terribilmente Marvel Comics Style come chi non legge fumetti supereroistici non può capire…

        Insomma, non sto facendo i complimenti ad una struttura zoppa, ma dico solo che a pelle il mio senso critico non prova quel disgusto per la disonestà che altre pellicole m’imponevano e m’impongono tutt’ora… che poi se troviamo solo tamarri e nulla più gli X-men di Synger, cosa dire di un Transformer che va in giro per tutto il film con il sigaro in bocca, seriamente… mi metto nei panni di un produttore fracassone come Michael Bay e penso che paradossalmente hanno più dignità quei mostri di Frankenstein cinematografici e multimediali che sono le sue Ninja Turtles, con la recitazione siliconica di Megan Fox non troppo dissimile oramai ad un animatronic…

        Però adesso sono io che penso di non stare bene…

        Buon week-end!!

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