Cinema

Netflixzati #00 – L’altra faccia del Cinema

Che ci crediate o meno, cari lettori, anche se ultimamente sono stato piuttosto assente su questi spazi, gennaio e febbraio sono stati per me due mesi piuttosto produttivi, in cui ho letto, visto, seguito e progettato molto, e ne vedrete i frutti nel corso delle prossime settimane (suona come una minaccia!). Per questo motivo, come se non avessi già abbastanza impegni per le mani, ho deciso di inaugurare questa nuova rubrica riguardo un argomento ultimamente piuttosto caldo, ovvero lo sbarco di Netflix in terra italica.

Ci tengo a precisare che nessun intento pubblicitario è insito in questa nuova rubrica (anche perché, onestamente, sticazzi). Semplicemente, dal momento che da qualche mese mi sono reso fruitore pagante di questo servizio, trovandolo innovativo sotto diversi punti di vista e qualitativamente superiore a tutti i rivali, mi è venuto spontaneo riflettere e cercare di indagare nella maniera a me più congeniale, ovvero scrivendo, i motivi di questo mio giudizio e le sfaccettature che rendono particolari e diversi i prodotti di questa nuova realtà. Ma andiamo con ordine. (altro…)

INSIDE OUT E LA FILOSOFIA DISNEY-PIXAR

Semplicità e armonia

Inside-out-posterCiò che colpisce di Inside Out, il nuovo film d’animazione di Pete Docter per Disney Pixar, è prima di tutto l’immediatezza e la semplicità con cui vengono sovrapposti i due piani narrativi che lo caratterizzano, collegati tra loro a una sola via (internoesterno), come attraverso lo spioncino di una porta, e ben distinti anche graficamente, con l’esterno dai tratti più realistici e l’interno in perfetto stile cartoon. L’ottima intuizione di personificare le emozioni nella testa dei protagonisti e la chiarezza delle dinamiche della loro interazione rende l’intero ecosistema ben bilanciato e coerente, dando il giusto spazio e la giusta caratterizzazione a tutti i personaggi.
Anche il messaggio esplicito è semplice e lineare, ma molto umano e nel suo piccolo profondo: la tristezza fa parte della vita. Lasciarsi sopraffare dalla negatività è ovviamente sbagliato, tuttavia anche l’ideologia della repressione, l’essere sempre felici a tutti i costi, sorridiamo sempre, don’t worry be happy, every little things gonna be alright, nella società moderna può essere altrettanto dannoso, un accumulo immane di pressione, stress, una mina innescata e pronta a saltare.
Anche la tristezza, dunque, ha un ruolo che gli va riconosciuto: è un diritto e la sua rilevanza è fondamentale poiché ci permette di vivere diverse sfaccettature della nostra vita. (altro…)

Reboot: l’usato sicuro di Holliwood

A volte pare quasi di vederlo: un produttore di Los Angeles, di quelli col baffo da porno star anni ’80 (che ognuno ha il suo passato, si capisce), nel suo ufficietto coi tappetini ovali e l’arredamento kitsch, mentre dà lezioni di vita a un giovane regista emergente:

< Se devi fare un film, riadatta un libro. Se non trovi un libro adatto, riadatta un fumetto. Se anche i fumetti, per qualche motivo tuo, non ti garbano, allora gira un “biopic”, una “storia vera”, che fa sempre scena vedere alla fine la scrittina bianca, su schermo nero, che fa: “tratto da una storia vera”, il pubblico s’attizza! Però, se vuoi proprio fare sul serio, se davvero vuoi essere sicuro di non andare in bianco, allora fai un film famoso. Uno di quelli che andavano forte qualche (deci-)ventina d’anni fa, che i bimbi ci si compravano i pupazzetti. Chessò, Jurassic Park, per dirne uno a caso. Fai un sequel. O un prequel. O un sequel, del sequel, del prequel. Oppure un remake. Anzi no, aspetta! Geniale: mettiamo su un bel reboot! Con quello sì che sbanchiamo! >

Credo succeda spesso. Magari anche ora, proprio mentre stai leggendo.
E ogni volta una fatina muore. (altro…)